Tutti i nostri soldi nella busta paga

Pubblicato si LaPadania - 14/02/1997

Scusate, ma a voi risulta che quelli della mafia stanno lavorando con il massimo impegno per la secessione?

No, alla mafia l’Italia unita e indivisibile sta benone. E purtroppo, oltre alla mafia, l’Italia unita e indivisibile, contro ogni logica economica, la vogliono anche in tanti altri. Dunque se mi chiedete quando sarà firmato il trattato di “separazione consensuale” tra la Padania e l’Italia propriamente detta, non vi so rispondere.

I detentori del potere si rendono conto che una riorganizzazione più logica e razionale della nostra area geografica  modificherà anche la mappa del potere, e nessuno di questi signori vuole rinunciare al suo potere e ai suoi privilegi.

Se invece mi chiedete se prima o poi questo trattato sarà firmato e la secessione diventerà  operativa, la risposta è  un sì grande come una casa, perché questa è la logica direzione della storia.

Gandhi diceva che “la nostra salvezza e il momento in cui si verificherà dipendono esclusivamente da ognuno di noi”; e di questo sono sicuro che si discuterà nei tre giorni del congresso che comincia oggi.

Ma quello che è certo è che quel momento verrà, ed è necessario preparare il corpo delle leggi che entreranno in vigore nella Repubblica Federale Padana dopo la firma del trattato di separazione dall’Italia.

IL Governo della Padania ha preparato, chiamiamolo così, un programma di lavoro per preparare le legge della Padania.

Naturalmente il programma di lavoro rappresenta solo un punto di partenza, che sarà continuamente ampliato per recepire i contributi ed i suggerimenti dei cittadini Padani.

La sintesi di questo programma la potete vedere nella tabella 1  a pagina 5. Ad ogni punto del programma corrispondono numerosi progetti.

Prendiamo per esempio il punto 6, che riguarda i principi federali di tutela dei valori della famiglia. Per il momento questo punto viene sviluppato da sei gruppi di lavoro, i cui argomenti sono esposti nella tabella 2.

I gruppi di lavoro che dovranno essere costituiti per sviluppare il punto 8, che riguarda i principi federali per la tutela del lavoro e la lotta alla disoccupazione, sono esposti nella tabella 3. E così via.

Uno dei primi progetti completati è stato quello relativo alla busta paga Padana.

Il progetto è stato presentato all’Assemblea del Parlamento della Padania Sabato 8 Febbraio, che lo ha approvato dopo una approfondita ed interessante discussione e dopo aver parzialmente modificato il testo presentato dal Governo.

In sintesi, i principi che sono stati seguiti per preparare il progetto “busta paga Padana” sono questi:

  1. L’evasione fiscale sarà combattuta usando contemporaneamente tre strumenti:

a)   la significativa riduzione delle aliquote. Questo obiettivo sarà raggiunto quasi automaticamente quando la Padania sarà ammessa all’Unione Monetaria.

Infatti, in uno stesso mercato interno, non possono coesistere aliquote fiscali significativamente diverse, dunque, un minuto dopo il primo gennaio 1999, si accelererà il processo di armonizzazione anche fiscale tra i paesi membri dell’Unione Monetaria, e questo comporterà una notevole riduzione della pressione fiscale sia delle persone fisiche che delle società della Padania. Devo ricordare che questo non succederà se l’Italia resterà unita, sia nel’ipotesi di esclusione dall’Unione Monetari,  sia nell’ipotesi di ammissione dell’Italia unita: infatti il paese unito non sarà mai in grado di armonizzare la sua fiscalità con quella dei partners europei, perché i flussi finanziari continueranno ad essere necessari per mantenere l’inefficienza dello stato unitario.

  1. La contrapposizione di interessi che deriva dalla organizzazione federale della Padania.
  2. E infine il punto che interessa la busta paga: la contrapposizione di interessi che realizzeremo consentendo la deducibilità di tutte le spese sostenute.

Ma la conseguenza di quest’ultimo punto è l’eliminazione del sostituto di imposta: in Padania i lavoratori dipendenti incasseranno i soldi che oggi, in Italia, i datori di lavoro trattengono e versano all’erario per conto dei loro dipendenti. Domani, nella Repubblica Federale Padana, i lavoratori incasseranno tutti i loro soldi, faranno la loro dichiarazione dei redditi, e pagheranno le loro tasse, dopo aver dedotto dal reddito fiscalmente imponibile tutte le spese sostenute, incluse quelle per l’affitto, per mangiare, per i vestiti, per le assicurazioni, eccetera.

  1. Le aziende non avranno più la necessità di autofinanziarsi con i “trattamento di fine rapporto”, dato che la pressione fiscale a loro carico si ridurrà, con il processo di armonizzazione con gli altri stati membri, dall’attuale 70 per cento (questa realistica percentuale è ottenuta considerando le varie spese che non sono considerate fiscalmente deducibili) a circa il 35 per cento, con altre significative riduzioni per le piccole e medie imprese. L’incremento del fondo sarà incassato subito dai lavoratori, mentre il gruppo che sta lavorando sul progetto del sistema pensionistico Padano sta elaborando le sue proposte per il finanziamento del cosiddetto “secondo pilastro” della previdenza, vale a dire i fondi pensione. Fondi pensione che, è stato chiarito sabato scorso al Parlamento di Mantova, saranno tanti, opereranno in concorrenza tra di loro, e non saranno gestiti dai sindacati. Il Sin.Pa. il sindacato Padano, farà il sindacato e basta. Dunque possiamo sperare che in Padania i sindacati non faranno i gestori dei fondi pensione, i consulenti fiscali, gli imprenditori immobiliari (cosa che invece hanno fatto i sindacati italiani), eccetera.
  2. La busta paga Padana sarà molto trasparente, e di conseguenza evidenzierà il costo totale per il datore di lavoro. Tale costo sarà evidenziato su tre livelli: il totale del mese, il totale del giorno, ed il costo orario. L’indicazione del costo orario è stata decisa dall’assemblea del Parlamento della Padania dopo una discussione sugli slogan “lavorare meno, lavorare tutti”. Il Parlamento non è entrato nel merito di queste proposte ma ha ritenuto logico, in presenza di proposte di riduzione dell’orario di lavoro a parità compenso, che la busta paga trasparente sia strutturata in modo da evidenziare eventuali aumenti reali del costo del lavoro, che altrimenti non sarebbero percepiti dalle parti interessate.
  3. La retribuzione sarà composta da due elementi: il minimo vitale, quantificato dalla legge, e la parte variabile, che sarà demandata alla libera contrattazione collettiva o individuale.
  4. Infine, non è prevista alcuna ipotesi di scala mobile. Il testo approvato dal Parlamento sarà pubblicato sul prossimo numero della Gazzetta Ufficiale della Padania.